La Goldonetta - 07 Febbraio 2025
Orario/i: ore 21

 

Concerti da Camera

LEGNI, UN PO’ MENO…

I CONCERTI DA CAMERA DELL’ORCHESTRA DEL TEATRO GOLDONI
Progetto artistico Luciano Corona

Venerdì 7 Febbraio, ore 21 – Goldonetta

LEGNI, UN PO’ MENO…
Fabio Fabbrizzi flauto, Lucrezia Di Caro oboe, Federico Macagno clarinetto, Luciano Corona fagotto
Ensemble da Camera del Teatro Goldoni

Programma

Carl Philipp Emanuel Bach (1714 – 1788)

Concerto in re minore per flauto traverso e archi, H 484.1
Allegro – Un poco Andante – Allegro di molto

Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791)
Quartetto in fa maggiore per oboe e archi, K1 370 (K6 368b)
Allegro – Adagio – Rondò. Allegro

Quintetto in la maggiore per clarinetto, K. 581 “Stadler”
Allegro – Larghetto – Minuetto e trio – Allegretto con variazioni

Antonio Vivaldi (1678 – 1741)
Concerto in mi minore per fagotto, archi e basso continuo, RV 484
Allegro poco – Andante – Allegro

Biglietti – posto unico numerato € 5 – Gli abbonati alla Stagioni Sinfonica e Classica con Gusto avranno la possibilità di acquistare al prezzo speciale di € 2 i biglietti per tutti i Concerti da Camera dell’Orchestra del Teatro Goldoni

La storia della musica classica è ricchissima di scrigni preziosi con opere di assoluta bellezza la cui esecuzione oggi rispetto al passato è di gran lunga inferiore, per non dire sporadica o rara: con “I Concerti da camera dell’Orchestra del Teatro Goldoni”, la Fondazione Goldoni con Opera Music Management, l’associazione già attiva nella stagione sinfonica con l’orchestra che porta il nome del Teatro livornese, intende offrire nuove occasioni all’ascolto attraverso pagine brillanti e melodiche che i più grandi compositori hanno dedicato a piccole formazioni musicali. Così, dopo l’appuntamento d’esordio con una formazione ospite, questa sera protagonista sarà l’Ensemble da Camera del Teatro Goldoni con la serata “Legni un po’ meno…”: “Con questo titolo – spiega il general manager dell’Associazione Luciano Corona che cura il progetto artistico della rassegna – abbiamo voluto scherzare con una frase tipica nella direzione d’orchestra, quando il Maestro dal podio cerca di limitare l’incidenza degli strumenti ad arco (dai violini ai contrabbassi) per far emergere appieno, in un particolare passaggio, la bellezza di quelli a fiato, indicazione ancora più preziosa quando si affrontano interi lavori dedicati dai più grandi musicisti proprio a questi strumenti”.
Sarà questo, quindi, il leitmotiv della serata, il cui programma prevede quattro distinti splendidi Concerti a cominciare dal Concerto in re minore per flauto traverso e archi, H 484.1 di Carl Philipp Emanuel Bach, secondo figlio maschio del notissimo Johann Sebastian, che fu compositore, organista e clavicembalista particolarmente attivo nel Settecento; fu ammirato per il suo lavoro da Mozart che, nato oltre 40 anni dopo di lui, ebbe a scrivere “lui è il padre, noi siamo i figli” e ancora dopo da Beethoven. Proprio di Wolfgang Amadeus Mozart seguiranno il Quartetto in fa maggiore per oboe e archi, K. 370 ed il Quintetto in la maggiore per clarinetto, K. 581 “Stadler”, uno dei suoi capolavori per la letteratura camerista, un gioiello strumentale composto per l’abilissimo clarinettista suo amico Anton Stadler. La serata si chiuderà con il Concerto in mi minore per fagotto, archi e basso continuo, RV 484, mirabile pagina di Antonio Vivaldi, in cui facilmente si ravvisano i colori tipici della musica del “Prete Rosso”. Si tratta, quindi, di opere che insieme alla raffinatezza della scrittura musicale, permetteranno alle parti soliste di evidenziare il virtuosismo esecutivo ed interpretativo richiesto dagli autori: “Nei prossimi appuntamenti della rassegna – aggiunge Luciano Corona – proseguiremo idealmente in questo viaggio tra le citazioni tipiche dei direttori d’orchestra (“Ottoni, piano!” piuttosto che “Archi, alla corda!”), nel tentativo di raccontare quello che succede quotidianamente in orchestra e far vivere di riflesso allo spettatore quell’umanità ed empatia che noi professori d’orchestra difficilmente riusciamo a trasferire al pubblico se non con la musica”.

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