Attenzione! variazione data: per problemi organizzativi e logistici della compagnia lo spettacolo andrà in scena VENERDI 7 APRILE, ORE 21 anziché Giovedì 6 aprile, ore 21 come inizialmente annunciato
Una produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Biondo di Palermo BOSTON MARRIAGE di David Mamet traduzione Masolino D’Amico con Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria regia Giorgio Sangati scene Alberto Nonnato luci Cesare Agoni costumi Gianluca Sbicca produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Biondo di Palermo
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd – Per gentile concessione di A4 Artists Agency
Stati Uniti, fine Ottocento, un salotto, due dame e una cameriera. Tutto farebbe pensare a una trama convenzionale, un incontro tra amiche un po’ affettate, ma alla forma non corrisponde la sostanza: nella conversazione dal vocabolario ricercato fioccano volgarità e veniamo a sapere che le due dame sono state un tempo una coppia molto affiatata. L’espressione “Boston Marriage” era in uso nel New England a cavallo tra il XIX e il XX secolo per alludere a una convivenza tra donne economicamente indipendenti da uomini. Viene subito in mente il romanzo The Bostonians di Henry James (1886), nel quale l’autore affronta senza censure il tema dell’omosessualità e dipinge l’affresco di una società in bilico tra valori antiquati e spinte progressiste, con particolare attenzione alla condizione femminile. Dopo la separazione, Anna, la protagonista e padrona di casa, ha trovato un uomo ricco che la mantiene e vorrebbe ora approfittare della protezione di lui per riprendere con sé Claire, appena arrivata in visita. Ma Claire non è lì per quello; è tornata per ben altri motivi e la riconquista si rivelerà molto più complicata del previsto, con colpi di scena rocamboleschi che coinvolgeranno anche la giovane cameriera, ritmando l’opera e donandole una facciata esilarante, quasi di farsa. Voce tra le più rappresentative della scena americana – già premio Pulitzer del 1984 e più volte nominato agli Oscar per le sceneggiature cinematografiche di alcuni indimenticabili film – David Mamet ci consegna un piccolo capolavoro teatrale che strizza l’occhio agli esperimenti brillanti di Tennessee Williams, ma, soprattutto, all’Importanza di essere Franco di Oscar Wilde. Prendendosi una vacanza dalla gravità e concedendosi il lusso del gioco, Mamet eleva a protagonista assoluto, insieme alle interpreti, il linguaggio e, di contro, il non-detto, l’allusione, la stravaganza, il paradosso. Mamet si diverte a parodiare la prosa ampollosa dell’epoca, ma dietro l’apparente assurdità si nasconde l’intento ambizioso di rovesciare la realtà attraverso uno scherzo, che mira a creare anche un po’ di raffinatissimo scandalo. Qui sta il senso anche “politico” di un testo che divertiva e stupiva insieme il pubblico americano del 1999.
È una prova per grandissime attrici, vere funambole della parola, come la straordinaria Maria Paiato che, continuando il sodalizio iniziato con Il delirio del particolare, è diretta dal giovane fuoriclasse Giorgio Sangati. Con lei in scena, a dare corpo a questa inedita sfida, una intensa Mariangela Granelli insieme a Ludovica D’Auria.
Un amore al femminile invade la scena e ci lascia fino all’ultimo istante in bilico tra il gioco e il conflitto di due donne che si feriscono attraverso le armi più tipiche della donna: le parole, le astuzie e i silenzi. Anna e Claire, vecchie amiche e amanti, si rincontrano dopo diverso tempo e riscoprono l’amicizia e l’amore che un tempo le ha unite e le unisce tuttora. Le due creano, insieme alla cameriera, uno spettacolo a tratti molto divertente grazie anche alla comicità dei dialoghi, capaci di sdrammatizzare il delicato incontro e l’incalzante evolversi degli eventi. Messo in scena da Vittorio Borsari nel 2012 come saggio di regia del secondo anno alla Scuola Paolo Grassi, questo spettacolo ha partecipato alla gara teatrale playFestival del teatro Ringhiera di Milano. Le scelte registiche e scenografiche semplici conferiscono a Boston Marriage una lettura contemporanea, trasportando così Anna e Claire, signore di fine ‘800 ai giorni nostri.