Teatro Goldoni - 03 Aprile 2023
Orario/i: ore 21

 

Concerti

ALEVTINA IOFFE dirige l’ORT

Lunedì 3 aprile, ore 21
ALEVTINA IOFFE direttore
ANNA TIFU violino
Orchestra della Toscana

Brahms/ Concerto per violino e orchestra op.77
I. Tchaikovsky/ Suite n.4 op.61 ‘Mozartiana’ – A. Dvořák/ Suite ceca op.39

PdS IOFFE ORT

Arriva lunedì 3 aprile, alle ore 21 sul palco del Teatro Goldoni di Livorno per il suo debutto con l’esperta Orchestra della Toscana, la direttrice russa del prestigioso Teatro Mikhailovsky di San Pietroburgo, Alevtina Ioffe. In programma tre giganti del tardo romanticismo: Čajkovskij, Dvořák e Brahms con uno dei capolavori assoluti per il violino il “Concerto op.77” per l’archetto di Anna Tifu.
Alevtina Ioffe, classe 1980, è stata la prima donna nel suo paese ad essere a capo di una istituzione come il Teatro di San Pietroburgo ed oggi dirige sui podi europei e americani, portando la sua energia e creatività, coltivata negli anni come direttore musicale del Teatro dell’Opera e del balletto statale di Mosca per il pubblico più giovane (noto come Teatro musicale per bambini di Natalia Sats, luogo di nascita di Pierino e il lupo di Prokof’ev).
Per il suo concerto, che da Livorno porterà in tournée per la Toscana, ha scelto il suo repertorio d’elezione, a partire da Čajkovskij, che da buona russa ha nel sangue, con la Suite Mozartiana, omaggio al compositore di Salisburgo concepito nel 1887 per celebrare il centenario della prima esecuzione, a Praga, del Don Giovanni. Čajkovskij era devoto all’arte mozartiana. In quello stesso 1886, durante un soggiorno a Parigi, aveva persino avuto la possibilità di esaminarne l’autografo: “Ho sfogliato per due ore la partitura originale di Mozart. Non posso descrivere l’emozione provata nell’esaminare il sacro oggetto. Mi è sembrato di stringere la mano a Mozart in persona e chiacchierare con lui”. Perciò non c’è da stupirsi che, nel centenario dell’opera, Čajkovskij sentisse il desiderio di onorarne la memoria in maniera adeguata con un pezzo orchestrale sui generis, offerto a Mozart, e costruito su pagine di Mozart, di cui il compositore possedeva l’intero corpus. Per l’occasione, ricorse ad un’orchestrazione al passo con i tempi, con continui rimandi allo stile mozartiano, elementi che fanno di quest’opera meravigliosa un unicum nel catalogo delle composizioni del musicista russo.
Alla città di Praga, dove la Suite Mozartiana ebbe il battesimo, è legata anche il secondo brano in programma, la Suite ceca di Antonín Dvořák (1879), un seguito di danze che richiamano stili, forme e profili melodici della musica popolare boema. Una di quelle partiture ispirate alle tradizioni musicali che hanno rivestito un ruolo fondamentale nel proiettare Dvořák verso il grande successo internazionale. Ecco allora la Polka che appare nel secondo movimento, e ancora la Sousedskà, altra danza popolare, per terminare con l’ultimo movimento dove il temperamento vivace tipico unico ad una sapiente capacità compositiva fanno di questa opera di Dvořák una delle più importanti del suo catalogo.
Nello stesso 1879 debuttò a Lipsia il Concerto op.77 di Brahms (in apertura del programma), uno dei capolavori assoluti per il violino, tagliato a misura di un grande virtuoso dell’epoca, Joseph Joachim, amico strettissimo del compositore, di cui si avvalse dei preziosi consigli tanto da dedicargli l’opera ed averlo al suo fianco alla prima esecuzione. Un’opera dal fascino irripetibile che avrà come solista la violinista italo-romena Anna Tifu, trentasette anni, uscita dalla scuola di Salvatore Accardo ed apprezzata in tutto il mondo con una lunga carriera internazionale e che vanta anche collaborazioni con Carla Fracci, Andrea Bocelli, John Malkovich. Ma la storia di Anna è quella di una bambina prodigio che si innamora del violino ascoltando il padre, solista dell’Orchestra di Bucarest, provare a casa il Concerto di Čajkosvkij. Un percorso, il suo, fatto di tanta disciplina e dedizione che l’ha portata a 12 anni a debuttare alla Scala di Milano. Tra i suoi maestri c’è anche Ezio Bosso, con lui ha conosciuto la gioia del palco: “prima di ogni concerto mi diceva: – andiamo a divertirci!”. Suona il violino Antonio Stradivari “Marèchal Berthier” 1716 ex Napoleone della Fondazione Canale di Milano.

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