Teatro Goldoni - 24 Agosto 2021
Orario/i: 21.30

 

Mascagni Festival

24/8 – Mascagni Festival: VERISMO AL CASTELLO suggestioni storiche, culinarie e musicali al Castel Sonnino

Martedi 24 agosto ore 21.30
Castel Sonnino, Livorno
VERISMO AL CASTELLO
Concerto lirico

Solisti della Mascagni Academy: soprano Katerina Kotsou, mezzosoprano Maria Salvini, baritono Luca Bruno
pianoforte Silvia Gasperini
voce narrante Alessio Pianigiani
introduce Fulvio Venturi

Maestoso ed inaccessibile, la dimora privata di Castel Sonnino, a picco sul mare nei pressi di Livorno, apre eccezionalmente le sue porte in occasione del Mascagni Festival. Una serata unica nel suo genere, tra esperienze musicali e gastronomiche, attraverso ambienti ricchi di storia immersi in un contesto naturale di incredibile fascino.
Dall’accoglienza nel parcheggio privato all’interno della proprietà alle presentazioni e guide a cura di divulgatori esperti, dall’aperitivo di benvenuto e la cena a buffet ad isole tematizzate, fino al passionale concerto lirico dedicato al verismo musicale: un’occasione imperdibile, a numero chiuso e prenotazione obbligatoria (Costo € 60).

Programma della serata
ore 17.45/18.30 – Accoglienza e parcheggio all’interno del Castel Sonnino
ore 18.30/19.45 – Presentazione storica del castello con la guida labronica Fabrizio Ottone
ore 19.45/21.30 – Aperitivo di benvenuto, antipasti a buffet ad isole tematizzate, primi a scelta con cottura a vista, dessert gelato e caffè
ore 21.30/ 22.45 – Evento musicale/concerto il “verismo” in Pietro Mascagni: un viaggio nell’universo operistico verista attraverso una selezione di arie rappresentative di un momento storico e artistico fondamentale nel delineare la tradizione lirica italiana.
ore 22.45 – Servizio Navetta gratuito per il rientro al parcheggio nei pressi di “Precisamente a Calafuria” per chi non fosse riuscito a parcheggiare all’interno del parco del castello.

  • COSTO DELLA SERATA: € 60,00
    I biglietti sono in vendita alla biglietteria del Teatro dal martedi al sabato ore 10/13
      e on line su TicketOne (soltanto biglietti in coppia)
    N.B.:CHI FOSSE INTERESSATO ALL’ACQUISTO DEL BIGLIETTO SINGOLO PUO’ RIVOLGERSI DIRETTAMENTE ALLA BIGLIETTERIA DEL TEATRO. (tel.0586204290)
  • IMPORTANTE!: MODALITA’ DI ACCESSO e PARCHEGGIO
    Dalle ore 17.45 alle 18.30 sarà possibile accedere, con le auto, all’interno del Castel Sonnino e parcheggiare all’interno del parco. Dopo le 18.30, per motivi organizzativi e di sicurezza non sarà più possibile parcheggiare e, in genere, non potranno più circolare mezzi sino alla fine dell’evento. Dopo quell’orario (18.30) e sino alle 23.15 sarà disponibile un servizio navetta da e per il parcheggio situato nei pressi di “Precisamente a Calafuria” (l’ingresso del parcheggio sarà debitamente segnalato e comunque può essere facilmente individuato con l’applicazione GOOGLE MAPS digitando le seguenti coordinate 43.470549, 10.335845)
  • GREEN PASS
    Come da normative vigenti (dal 6 agosto 2021) e come gli ultimi aggiornamenti Governativi impongono per il contenimento del diffondersi del Covid, per partecipare all’evento in oggetto sarà necessario disporre di Green Pass (anche con sola prima dose effettuata) da mostrare in formato cartaceo o digitale. In mancanza del Green Pass: risultato del tampone (molecolare o antigenico) negativo, effettuato nell’ arco massimo di 48 ore prima dalla data dell’evento.

PROGRAMMA

Voce Narrante

Pietro Mascagni, Preludio da Cavalleria rusticana,  piano solo
Ruggero Leoncavallo, Prologo da Pagliacci, baritono
Giacomo Puccini, Aria di Frugola da Il Tabarro, mezzosoprano
Pietro Mascagni, “Un dì, ero piccina” da Iris, soprano
Nicola Spinelli, “Andate, maledetti!” da A basso porto, baritono

Voce Narrante

Umberto Giordano, Intermezzo Sinfonico da Malavita, piano solo
Francesco Cilea, “Io son l’umile ancella” da Adriana Lecouvreur, soprano
Pietro Mascagni, “O pallida che un giorno mi guardasti” da L’ amico Fritz, mezzosoprano
Ermanno Wolf-Ferrari, “Bacio di lama” da I gioielli della Madonna, baritono

Voce Narrante

Giacomo Puccini, Intermezzo da Manon Lescaut, piano solo
Francesco Cilea, “Acerba voluttà” da Adriana Lecouvrer, mezzosoprano
Umberto Giordano, “Nemico della patria” da Andrea Chenier, baritono
Alfredo Catalani, “Ebbene ne andrò lontana” da La Wally, soprano

L’OPERA VERISTA. Inaugurata dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni, l’opera verista viene codificata nell’arco di un triennio, dal 1890 al 1892, attraverso le opere di autori come Leoncavallo, Cilea, Giordano, i quali elaborano una nuova grammatica del linguaggio operistico, connotandolo in senso più marcatamente “italiano”.
Il nuovo stile deriva da una diretta filiazione col Verismo letterario, di cui condivide la predilezione per soggetti tratti dalla vita reale di umili e ultimi, le cui vicende vengono trasposte nel linguaggio musicale attraverso scelte caratteristiche sul piano della vocalità e della struttura drammaturgica.
Tuttavia, se il teatro verista è affine all’omonimo movimento letterario rispetto ai soggetti rappresentati, ne è invece molto distante nell’estetica: traslare nel linguaggio operistico i principi dell’impersonalità e del distacco del narratore di fronte alla materia narrata era di fatto impossibile, vista la necessità scenica di esprimere il dramma vissuto dai protagonisti coi loro sentimenti e le loro personalità. Da questo punto di vista, l’opera verista non può prescindere da un certo realismo pittoresco, riconducibile in misura maggiore all’immaginario delineato nella letteratura tardo romantica, con particolare riferimento alla narrativa sociale (d’attualità e storica) di consumo. Per altri aspetti, nell’esplosione di sentimenti e passioni primordiali, di vorace erotismo e violenza sanguinaria e nell’interesse per scenari e costumi esotici, il teatro verista appare più affine alla matrice irrazionalistica e decadente del d’Annunzio di Terra vergine che non al Verismo di Verga e Capuana.
Non è un caso, forse, che Cavalleria rusticana, l’opera capostipite del teatro verista, sia tratta da una delle novelle verghiane, l’omonima Cavalleria rusticana contenuta nella raccolta Vita dei campi, non ancora pienamente aderente alla poetica verista. Anche nel testo verghiano, infatti, è ancora ravvisabile un sostrato romantico che vede nell’ambiente rurale un mondo mitico e folklorico, fuori dalla storia e dalla modernità, dominato da passioni incontrollabili e primitive.
Come ha puntualmente rilevato Adriana Guarnieri, nell’opera verista si verifica una “sospensione della tradizionale convergenza tra argomento e lessico”. Difatti, se la definizione di “opera verista” è pienamente riscontrabile nell’uniformità della struttura drammaturgica – che segue una precisa sequenza – e sul piano della vocalità – ora spezzata da una metrica irregolare che mima l’immediatezza del parlato, ora forzata sino all’urlo in un’emotività costantemente tesa e apicale –, lo stesso non avviene per quel che concerne i soggetti. Infatti, per quanto questi privilegino storie a tinte forti, realisticamente orientate e connotate socialmente e geograficamente, fin dall’inizio il filone verista si è caratterizzato per una estrema varietà di generi.
Dai salotti borghesi dell’Andrea Chénier agli scenari popolari di Pagliacci, la molteplicità di generi e ambientazioni assurge a tratto distintivo dell’estetica verista, che pur nell’uniformità di stilemi e strutture, presenta una varietà di soluzioni musicali calibrate sui diversi soggetti messi in scena. Proprio questa varietà è protagonista dell’evento “Verismo al castello”, un viaggio nell’universo operistico verista attraverso una selezione di arie rappresentative di un momento storico e artistico fondamentale nel delineare la tradizione lirica italiana.

 

 

 

 

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