Sabato 19 marzo, ore 21 RYAN McADAMS direttore Pietro De Mariapianoforte Orchestra della Toscana Programma Jessie Montgomery Strum (2012) Camille Saint-Saëns Concerto per piano n.2 op.22 Felix Mendelssohn Sinfonia n.3 in La min. Op.56 “Scozzese”
Due opere sinfoniche di rara bellezza con due artisti di levatura internazionale caratterizzeranno il nuovo imperdibile appuntamento della Stagione concerti del Teatro Goldoni: sabato 19 marzo alle ore 21 sul podio dell’Orchestra della Toscana, salirà Ryan McAdams, quarantenne maestro americano che ha collezionato molti prestigiosi traguardi affermandosi sia in Europa che in America come uno dei direttori più versatili e interessanti della sua generazione. A lui il compito di dare anima musicale alla splendida Sinfonia Scozzesen.3 in la min. op.56 di Felix Mendelssohn, un’evocazione in note di una terra che il compositore tedesco frequentò spesso e amò molto. Nella Scozia scorgeva la quintessenza del paesaggio romantico: il clima instabile, brumoso, le tempeste, il mare in burrasca, il fascino arcano delle voci delle cornamuse. Sensazioni che furono incanalate in quest’opera nel segno di un’autentica “novità”: legare i quattro movimenti classici ed imporre, così, al direttore, una volta alzata la bacchetta, di non abbassarla fino all’ultima nota. La scintilla che fece nascere la partitura fu la visita da lui compiuta nel 1829 alle rovine della cappella in cui era stata incoronata Maria Stuarda, la cui tragica vicenda biografica – rievocata al pubblico ottocentesco dal dramma di Schiller – aveva già acceso la fantasia di Mendelssohn.
Non meno suggestivo il Concerto n.2 in sol minore per pianoforte e orchestra op.22 diCamilleSaint-Saëns, lavoro squisito di un compositore che seppe abbracciare linguaggi diversi dal neo-barocco all’esotismo nel segno di una modernità che da enfant terrible al Conservatorio di Parigi lo portò ad una carriera concertistica in tutto il mondo (Egitto, dove morirà nel 1921, India, Estremo Oriente, le due Americhe); come solista potremo ascoltare ed ammirare Pietro De Maria, pianista virtuoso dalla tecnica preziosa, imparata nella scuola di Maria Tipo, applaudito a livello internazionale, già vincitore di riconoscimenti prestigiosi quali il Premio della Critica al Concorso Čajkovskij di Mosca a soli 22 anni e sette anni dopo il Premio Mendelssohn ad Amburgo; oggi è accademico di Santa Cecilia e insegna al Mozarteum di Salisburgo.
In apertura, il brano contemporaneo Strum per orchestra d’archi dell’americana Jessie Montgomery, compositrice acclamata, violinista ed educatrice, premiata con il Leonard Bernstein Award, la cui musica intreccia la classica con elementi di musica vernacolare, improvvisazione, poesia e coscienza sociale, rendendola un’acuta interprete del suono e dell’esperienza americana del XXI secolo. Le sue opere sono state descritte come “turbolenti, selvaggiamente colorate ed esplosive di vita” (The Washington Post): “E’ un dovere morale trasmettere alla comunità un sapere legato al presente” – afferma il direttore Mc Adams il cui repertorio va da Bach alla musica d’oggi (sempre e ovunque inserita nei suoi concerti) e d’altra parte – aggiunge il pianista De Maria “la musica del nostro tempo aiuta a sentire la modernità delle opere composte nei secoli precedenti”.