8/4 -Scenari d’Inverno: al Cisternino “A testa sutta” con Giovanni Carta
Lunedì 8 aprile, ore 19 – Cisternino della città Scenari di quartiere-Inverno “A testa sutta” con Giovanni Carta Ingresso libero fino esaurimento posti.
Prosegue “Scenari di Quartiere-Inverno”, la rassegna organizzata dal Comune di Livorno e Fondazione Teatro Goldoni con la direzione artistica di Fabrizio Brandi: terminata la prima parte con gli spettacoli ospitati negli appartamenti privati dei livornesi, il cartellone prevede quattro nuovi appuntamenti negli spazi pubblici della città. Ad inaugurare questa nuova fase, lunedì 8 aprile, alle ore 19 presso il Cisternino della città (ex Casa della Cultura), uno spettacolo pluripremiato quale “A testa sutta” scritto da Luana Rondinelli ed interpretato e diretto da Giovanni Carta, attore formatosi formato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, con un’importante carriera nel mondo teatrale oltre che per la televisione ed il cinema. Premio Fersen alla drammaturgia 2016, spettacolo vincitore del Primo Festival Monodrama di Sala Consilina e premio come miglior attore al festival Teatri Riflessi 2015, “A testa sutta” è un testo toccante, che si muove tra l’ombra dell’emarginazione e la luminosa spontaneità dei sentimenti. La storia parte in una Palermo assolata e polverosa che fa da sfondo alla storia d’U biunnu: il biondo, bambino dalla pelle chiara e dagli occhi azzurri, troppo delicato per la vita dura di periferia. Nasce così il rapporto speciale di protezione e di amicizia con il cugino, il suo opposto: il “boss” del quartiere, “nero con gli occhi neri” un dualismo perfetto tra i due cugini, che si completano a vicenda. Luana Rondinelli prosegue qui il percorso iniziato con “Giacominazza”, un percorso che indaga la diversità e la sua forza: “Ho immaginato di ricostruire il palcoscenico di un’infanzia dalle ore fragili e dai giochi duri – spiega – propri di quel rito di iniziazione che è la vita”. U biunnu, bambino dalla pelle bianca e affetto dal “candore del cuore” e suo cugino, il “mafiosetto” del quartiere, che si è fatto carico della fragilità del Biunnu, “abbabbasunnato” in mezzo alla strada, in perenne conflitto tra il suo delicato mondo interiore e la cruda realtà in cui è costretto a muoversi. E come dalla terra arida della Sicilia fiorisce il profumo dei gelsomini, così dal degrado sociale sboccerà un piccolo esempio di acerba bellezza, in cui scopriremo che i due personaggi non sono che uno solo, e che entrambi sono cresciuti tenendosi metaforicamente la mano, pur osservando la vita da due prospettive diverse, sentendola sulla pelle agli antipodi, là dove i piedi e la testa di uno saranno la testa e piedi dell’altro, ma unico resterà il baricentro dei cuori.