Il Teatro Goldoni piange l’architetto Giuseppe Dipietrantonio
Non era voluto mancare tre mesi fa, il 24 gennaio, alla serata speciale con cui il Teatro Goldoni ricordava il ventennale della sua riapertura, avvenuta il 24 gennaio 2004 alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica, il livornese Carlo Azeglio Ciampi: l’architetto Giuseppe (Pippo) Dipietrantonio, che di quel restauro meticoloso ed attento fu tra gli artefici principali, si alzò in piedi salutato dall’applauso del pubblico prima che il sipario si aprisse su Cavalleria rusticana di Mascagni, per condividere qualche ricordo di quel lavoro lungo, difficile, quanto appassionato. Ci lascia oggi improvvisamente e sappiamo tutti quanto gli dobbiamo e quale eredità importante egli abbia contribuito a lasciare alla città di Livorno. Non è solo un bellissimo spazio teatrale di accoglienza per gli spettacoli, cosa di per sé già importante, è molto di più. Lo abbiamo visto spesso in questi anni tra le sale e gli spazi del Goldoni, e con occhio attento rivedere l’oggetto di tanto lavoro dalle più diverse angolazioni, avanzando con la sua consueta pacatezza qualche consiglio per aumentare e potenziare struttura e funzionalità. Un Teatro moderno è una macchina complessa capace di suscitare emozione ed empatia quando mostra i frutti del suo lavoro, un edificio storico quanto mai vitale e l’amico Pippo lo ha veramente amato e curato: “Quando sono entrato qui per la prima volta era tutto buio – ebbe modo di raccontare nel corso di un’intervista al Tirreno alla vigilia di quell’inaugurazione – e chiaramente la struttura originaria era sepolta da strati di interventi, veri e propri stravolgimenti. Il primo passo fu quello di conoscere il teatro, di lui non sapevamo niente – ricordava – di disegni originali ce ne erano pochi, fotografie meno che mai e allora ci siamo messi a cercare dentro il teatro cercando indizi e frammenti…” Tutto al servizio di un recupero filologico e funzionale che ha permesso al vecchio Goldoni di tornare a splendere, con la sua originale cupola di vetro, unica nel suo genere. Lo abbiamo rivisto un’ultima volta in quei giorni di fine gennaio arrivare negli uffici della Fondazione Goldoni con una voluminosa raccolta di vecchie cassette video VHS: “Sono tutti i momenti delle fasi del restauro del Goldoni – ci disse – voglio che li conserviate voi, sono testimonianza di un grande bel lavoro a cui ho dato tutto quello di cui sono stato capace”. Grazie Pippo!