Teatro Goldoni - 27 Gennaio 2024
Orario/i: ore 21

 

Concerti

EMMANUEL TJEKNAVORIAN e ORT

Sabato 27 gennaio, ore 21
EMMANUEL TJEKNAVORIAN direttore
Valerie Eickhoff mezzosoprano
Orchestra della Toscana
Musiche di W. A. Mozart, G. Mahler, F. Schubert

Credo che oggigiorno la gente abbia bisogno di musica che possa provocare reazioni come lacrime o risate. Emozioni forti, comunque”: è il pensiero di Emmanuel Tjeknavorian, il direttore d’orchestra viennese atteso sabato 27 gennaio alle ore 21 al Teatro Goldoni nel nuovo appuntamento per la stagione sinfonica, che lo vedrà impegnato alla guida dell’esperta Orchestra della Toscana.
Nemmeno trent’anni, figlio d’arte (il padre, direttore d’origine persiano-armena, gli ha dato le prime lezioni), Tjeknavorian è già alla sua seconda vita artistica, quella da direttore d’orchestra, dopo che la prima, da concertista di violino, lo ha visto protagonista nelle sale più rinomate a livello internazionale insieme ai più grandi musicisti del nostro tempo (l’anno scorso ha inaugurato la stagione della Filarmonica della Scala con Chailly direttore), a partire dal suo successo al Concorso Internazionale Sibelius nel 2015. Dopo aver imbracciato a lungo uno Stradivari, ora ad attrarlo è soprattutto il podio, e la sua carriera direttoriale si sta sviluppando principalmente con orchestre austriache e tedesche, anche se proprio in questi giorni sarà ufficialmente nominato nuovo direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano. Il giovane Maestro, che in Austria è nato (in questa stagione tornerà tra l’altro a dirigere la Wiener Symphoniker), trova proprio nel repertorio viennese il suo habitat naturale. Il programma che proporrà per l’occasione con l’ORT ne è un esempio. La Sinfonia K. 338 di Mozart, tiene conto dello stile italiano di moda all’epoca ma già lo inserisce entro un discorso di stringente logica musicale, immergendolo nella densa sostanza timbrica messa a punto da Haydn, il papà della sinfonia viennese. Mozart aveva allora venticinque anni ed in forte contrasto con la corte della sua città natale, Salisburgo, ove si sentiva oppresso, si trasferì a Vienna dove trascorse i suoi ultimi dieci anni di vita, ed impresse nella luminosa Sinfonia K. 338 una forte vitalità, uno spirito festoso, con ritmi di danza popolare. Quarant’anni dopo, nel 1818, ecco lo Schubert ventunenne della Sesta sinfonia inginocchiarsi ai piedi di Haydn e di Mozart, a quell’epoca assurti a modelli ineludibili. E poi, con un gran salto che ci porta a fine Ottocento, ascoltiamo Mahler: quattro Lieder su testi ricavati dal Knaben Wunderhorn, il “Corno magico del fanciullo”, raccolta di antiche poesie popolari tedesche compilata a inizio secolo dai poeti Clemens Brentano e Achim von Arnim. Ad interpretarle sarà il mezzosoprano Valerie Eickhoff, coetanea di Tjeknavorian, che si sta rapidamente affermando come artista di intensa musicalità e brillante vocalità. Le quattro canzoni sono Verlorne Müh (“Fatica sprecata”), in cui una ragazza cerca invano di conquistare uno che le piace; Wer hat dies Liedel erdacht? (“Chi ha inventato questa canzoncina?”), dove invece una melodia intonata da una fanciulla riesce davvero a far battere i cuori dei maschietti; Rheinlegendchen (“Piccola leggenda del Reno”), la storia di un anellino gettato nel fiume, inghiottito da un pesce giunto poi sulla tavola del re e restituito al legittimo proprietario. E ultimo, straziante, Wo die schönen Trompeten blasen, “Dove suonano le belle trombe”, su un soldato che fa visita per l’ultima volta all’amata prima di partire per la guerra.

PdS ORT 27gen04

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