Venerdì 3 novembre, ore 21 Compagnia Virgilio Sieni SOLO GOLDBERG IMPROVISATION Ideazione e interpretazioneVirgilio Sieni Musica Johann Sebastian Bach, Variazioni Goldberg eseguite dal vivo al pianoforte da Andrea Rebaudengo In collaborazione con: Fondazione Teatro Ponchielli Cremona, Festival Oriente Occidente
Questo solo è emblematico della ricerca sviluppata da Virgilio Sieni sui linguaggi del corpo e della danza in continua relazione con la pittura italiana dal 1300 al 1600. La musica di Bach definisce una metrica e un’architettura immateriale in cui la danza fa affiorare memorie figurative mai citate direttamente, piuttosto affettuosamente evocate in un percorso intimo che chiede condivisione.
“Penso che le Variazioni Goldberg non siano un invito alla danza, ma un atto di riflessione e introspezione dove niente appare se non un corpo “spellato”. Ecco che questo lavoro mi appare come un manifesto, qualcosa di più di un vocabolario di percorso, un atto sulle debolezze, le imperfezioni, lo sforzo, le pieghe e le polveri, qualcosa che vuol trapassare il corpo per donarsi alla figura, qualcosa che rende il corpo pagliaccio tragicomico dell’oggi.” Virgilio Sieni
Durata: 60 minuti
Rassegna Stampa
Sieni, nel suo assolo, entra ed esce dalla performance ad ogni variazione, quasi fossero round di un match che il danzatore conduce con la musica. E il suo segno gestuale ti cattura, ti ipnotizza, ti trascina in un universo di movimenti angolari, acuti, giri rapidissimi, cadute, come se all’improvviso il corpo si disarticolasse. Ha uno sguardo luciferino, canticchia la musica, come se volesse restare distante dal coinvolgimento esecutivo Sergio Trombetta, “La Stampa”, 19 ottobre 2004
La potenza comunicativa della traccia evanescente, eppure visibile, lasciata nello spazio da un danzare in cui la scomposizione frastagliata del moto è zoomata dinamica sul dettaglio espressivo delle parti del corpo appartiene a Solo Goldberg Improvisation di Virgilio Sieni. È una danza che canta nel farsi improvvisativo di un gesto in cui le mani, i piedi, i muscoli della schiena, gli scatti dello sterno, gli spostamenti del collo si insinuano nello spazio con brillantezza e sudore. Una danza che è rivelazione denudata dall’atto creativo, esposto nella complicità aperta all’humour di virtuosismo, stanchezza, impulso istantaneo. Francesca Pedroni, “il manifesto”, 19 dicembre 2004